CHRISTIAN GIORDANO

Ruud Gullit

Il Tulipano rossonero

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Per Vujadin Boskov era “cervo che esce di foresta”. Un giocatore istintivo, totale, di uno strapotere fisico-atletico impressionante. Per fermarlo, i difensori avversari gli si aggrappavano ai dreadlocks, le treccine rasta presto divenute un cult tra i tifosi nella Milano ancora da bere di fine anni Ottanta. Con il gemello diverso Marco van Basten e poi l’altro Tulipano rossonero, Frank Rijkaard, ha regalato al Milan trionfi euromondiali e l’immortalità ad Arrigo Sacchi, l’ayatollah di Fusignano. All’unica Olanda vincente, l’Europeo tedesco del 1988. Fallite le avventure da allenatore, ci resta il ricordo del suo “sexy football”, il Pallone d’oro 1987 dedicato a Nelson Mandela e una gioia di vivere grande quanto il suo sorriso. Perfetto per la tv.

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Andrés Iniesta

​L'Illusionista della porta accanto

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Campione schivo da calcio antico nella squadra più moderna, il Barcellona del tiki-taka di Pep Guardiol, il suo primo grande mentore. L'infortunio del 2009 che lo portò alla depressione, chiusa con il gol mondiale, nella finale di Johannesburg 2010, da dedicare all'amico scomparso Dani Jarque. La normalità fuori del campo, la Bodega Iniesta come unico status-symbol di un padre di famiglia normale che di professione regala magie. L'Illusionista della porta accanto.

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Il mio Canto libero

I dolori del giovane Éric 

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Ribelle con e senza causa, il primo Cantona. Dall'infanzia a Marsiglia all'esplosione, e all'implosione, in Francia prima dell'approdo nella sua vera casa, l'Inghilterra. Il titolo con il Leeds United e poi il Tradimento: l'approdo al Manchester United, dove diventerà icona globale. 

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Filippo Inzaghi

Il Diavolo dentro

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REM. «Regole. Emozioni. Motivazioni». È il mantra che Filippo Inzaghi ha condiviso nei due anni con Filippo Galli, da luglio 2009 direttore del settore giovanile rossonero. Una stagione di Allievi Nazionali. Una alla Primavera, con tanto di Viareggio in bacheca. Et voilà, la prima squadra. Alzi il braccio alla Franz Baresi chi avrebbe mai pensato che uno così, un super ego-leador «nato in fuorigioco» (copyright Alex Ferguson), potesse diventare allenatore. Ma SuperPippo è sempre stato così. Ossessionato dal gol, e dalla voglia di vincere.